Ciao a tutti amici...
Torno sul blog dopo un breve periodo di assentamento, dato che nell'ultimo periodo, a parte qualche video e qualche filmato, non ho pubblicato qualcosa di personalmente ed autonomamente prodotto dagli sforzi e dalle fatiche dei miei neuroni!
Bè, sapete, l'ispirazione viene e va, e magari in quei momenti in cui viene non hai modo o tempo per poterla far fruttare...E la causa della mia pausa è una combinazione delle due cose!
Ma stasera mi sento ispirato per parlare di un qualcosa che forse mi porterà ad essere un pò polemico...Fa nulla, me ne prendo la responsabilità! L'obiettivo di questo post vuole essere quello di riflettere sulla qualità della comunicazione oggi, in rapporto ai nuovi modi e mezzi di comunicazione utilizzati da noi giovani di oggi, la famigerata cosiddetta "generazione x".
L'ispirazione parte dall'essermi trovato casualmente a leggere una frase di Daniel Goleman a proposito dell'essenza e del significato della comunicazione. Molti si staranno chiedendo
e mo chi cazzo è Goleman?, ma questo non è un problema...Mi limito a dire che è uno dei più grandi pensatori e psicologi del '900, specializzato in neurologia e scienze comportamentali, nonchè vincitore di diversi premi e riconoscimenti per la portata e il valore dei suoi studi e delle relative pubblicazioni. Insomma, casualmente e non mi ricordo neanche dove, qualche giorno fa ho letto una sua frase che dice: "Comunicare non significa solo inviare informazioni ad un'altra persona. Significa creare negli altri un'esperienza e coinvolgerli fin nelle viscere. In tale ottica, comunicare diventa un'abilità emotiva[...]"Dopo aver letto questa frase, non so perchè, ma il mio cervello ha fatto un collegamento diretto ed immediato tra il significato di quelle parole e la realtà delle cose. Qual'è in effetti la qualità del nostro modo di comunicare? Ovunque e tra tutti (e a malincuore mi ci includo anche io) si sentono frasi del tipo "oh, connettiti su msn che facciamo due chiacchiere..","ti faccio un trillo quando posso così parliamo..","se non c'hai facebook sei out...","aggregami...","ti faccio amico e ti aggiungo alla lista", e cose del genere. E purtroppo, la comunicazione si basa e si limita a questo. Su facebook ti trovi na lista di "amici" inimmaginabilmente numerosa, tra cui sono incluse persone che magari non vedi da dieci anni e che non hai nessuna intenzione di rivedere, ma che importa...E' solo un irrilevante ed inutile particolare...Ti arrivano messaggi nella posta elettronica che ti informano sul fatto che tizio è andato a pisciare, che un tuo amico si sta a fumà na sigaretta, che un altro è diventato fan della serata più house di tutte le discoteche d'Italia, che un altro ancora si è taggato in un album di foto, ed abbiamo il coraggio di definire facebook un mezzo di comunicazione...E poi magari quando ti ritrovi faccia a faccia con una persona non sai cosa dirgli o cosa raccontargli, perchè la verità è che non ti senti coinvolto da quella persona e non sei in grado di coinvolgerla. Io, dalla mia parte, ammetto di avere anch'io un profilo su facebook, ma non mi salterebbe mai in mente di modificare il mio stato mettendo un messaggio da recapitare a tutti i miei contatti con il quale li informo del fatto che sto per cambiare canale in televisione, o che sto cercando l'accendino per accendermi na sigaretta ma non lo trovo...Lo tengo giusto perchè potrebbe essere utile per mantenere un minimo di contatto con persone che conosco e che sono lontane da me, per non perderle di vista, e la cosa mi basta e mi avanza.
Sono "out"? Non me ne può fregà di meno! Meglio basare i rapporti sulla sana e tradizionale conversazione faccia a faccia, magari davanti ad un bel bicchiere di birra o prendendo un aperitivo, per poter unire alla comunicazione vocale anche quella espressiva, gesti, occhi, smorfie, che comunicano molto più di quello che possono trasmettere le parole, e possono avere realmente la capacità di coinvolgerti ed emozionarti in alcuni casi.
Vabè, diciamo che con questo post ci tenevo ad esprimermi in merito ad un argomento che purtroppo rappresenta la triste realtà del fatto che la comunicazione sta perdendo il suo valore vero, è diventata una cosa relativa, quando in realtà è la base dei rapporti umani.
Ma preferisco fermarmi qui, anche perchè mi rendo conto che in realtà il mio pensiero iniziale era un altro, cioè ho pensato una cosa ma quello che ho scritto non corrisponde esattamente a quello che avevo pensato di voler scrivere, forse perchè i miei neuroni fanno quello che cazzo vogliono, perchè evidentemente essendo rimasti in pochi ed essendo particolarmente stressati, si limitano a mandarmi solo l'input, ma poi tocca a me senza il loro aiuto trasformarlo in un pensiero reale e compiuto...Chissà!
A questo punto, mentre rifletto sulla comunicazione e sulle abilità dei miei neuroni, vi auguro una buona notte a tutti sperando di ritrovarci per un altro appuntamento sul blog!!!